venerdì 15 luglio 2022

Thor Love & Thunder? "sotto il vestito niente"... di così stupido come credevate! vi spiego perché


 



Si dice che “la bellezza stia negli occhi di chi guarda” e così non stupisce che “Thor Love & Thunder” (titolo che prende più significato poco prima dei titoli di coda) stia incontrando non poca resistenza negli spettatori, o meglio negli occhi, di quegli spettatori che forse perché troppo giovani non colgono i molti sottotesti presenti in una pellicola che, sotto una chiassosa e voluta caciara fatta di colori e battutine, ha voluto per assurdo dare più spessore al Dio del Tuono rendendolo Sì meno eroico ma forse più simile all’uomo comune che deve, volente o nolente, affrontare tutti i giorni  le battaglie del suo quotidiano.

Senza volerla mettere giù troppo dura, ma semplicemente ricordandoci che chi ha diretto questo film ( il regista Taika Wattiti) ha già dimostrato in precedenza di saper veicolare importanti tematiche in modo tanto diretto quanto non convenzionale (un esempio su tutti il commuovente Jo Jo Rabbit), pare evidente che il lavoro intrapreso con questo 4° film dedicato a Thor aveva come mission quella di spostarsi dal canonico cinecomic mettendo con nonchalance sul piatto tematiche toste come il “Big C” o la delicata quanto controversa questione della non interferenza da parte degli Dei nelle vite umane. Un tema spinosissimo la "Fede” che, anche se sapientemente nascosto in bella vista dietro lustrini e paillettes di divinità antiche e mitologiche fa immedesimare il pubblico più attento, NoN con Figlio di Odino ma più logicamente in Christian Bale e Nathalie Portman che, seppur investiti di poteri eccezionali, rappresentano in questo film due facce della stessa medaglia, ovvero quell’essere umano così fragile e pieno di speranza che nelle situazioni più disperate cerca aiuto inviando preghiere e sperando che, come cosmici messaggi in bottiglia vengano captati da qualcuno in grado di aiutarlo.


Così mentre veniamo costantemente e volutamente distratti ed alleggeriti dai siparietti di gelosia, del triangolo “amoroso“ tra Mjolnir, Stormbreaker e Thor, una piccola parte del nostro cervello in background continua a lavorare facendoci empatizzare con Gorr, il macellatore di Dei, che con le sue azioni rappresenta un po’ tutti noi e tutte quelle volte che abbiamo “chiesto aiuto” senza ricevere apparentemente risposta dovendo imparare nostro malgrado a convivere con i ciò che stava accadendo.


Film Marvel non canonico “Thor Love & Thunder” richiede probabilmente occhi “più maturi e stanchi” per essere apprezzato a pieno. Come infatti il protagonista Asgardiano, smette i panni dell’eroe rockettaro dedito ad agire senza pensare troppo alle conseguenze delle sue spettacolari e devastanti azioni, anche il pubblico troppo vicino a questa immagine goliardica ed apparentemente invincibile del Dio del Tuono fatica a metabolizzare il complesso percorso di crescita e cambiamento che il personaggio affronta nell'arco della pellicola, dopo la rocambolesca battaglia di apertura Thor deve infatti affrontare PRIMA la perdita dell’amore dal punto di vista relazionale per poi doversi confrontare con la perdita fisica della persona amata uscendone NON distrutto ma maturato e fortificato, pronto a donare quello stesso amore, in una nuova e più costruttiva forma, al "nuovo che avanza".



Thor Love & Thunder" è un film complesso "camuffato da vaccata" se preferite, una storia dal sapore Rock anni 90 che trasforma l’egoismo e l’egocentrismo del vanesio protagonista Asgardiano in qualcosa di più alto e nobile, così Thor si evolve (anche se in un modo tutto suo) passando dall’essere lo Zio simpatico che, non avendo tutte le risposte la butta in caciara, al ben più impegnativo ruolo di Genitore Single che, pur continuando a non avere quelle risposte adesso, le DEVE trovare per forza.


Con questo film Disney Marvel, in controtendenza rispetto ad altri astiosi studi cinematografici come Warner Brothers, sembra non voler rinunciare allo zoccolo duro del pubblico delle prime 3 fasi (ormai invecchiato e con figli)

scontentando così parzialmente la generazione entrante di spettatori (più simili al Thor delle prime scene), lo studio sperimenta in questo modo, su di un personaggio commercialmente marginale (Thor da sempre non è il primo albo che si prende entrando in fumetteria), una chiave di lettura per così dire nuova in questo tipo di film. Così dopo aver con fatica lasciato gli anni 80 dove il buono vinceva sempre o c’era una salvifica cura pronta a salvare tutti all’ultimo minuto, abituatici nei 90 al fatto che a volte le cose non andavano come si voleva (Seven è forse l'esempio più rappresentativo di quello che dico), adesso anche il tanto odiato Cinecomic (come già fatto  ormai da anni dal suo progenitore cartaceo) ha deciso di “spruzzare” in questi universi del fantastico un po’ di scomoda realtà! Gocce infinitesimali chiaramente coperte da strati e strati di effetti e battutine ma cmq segnali che anche questo genere, in modo lento subliminale, può tentare di approcciare tematiche serie facendo passare il messaggio che a volte anche l’eroe più potente contro certe cose non può far nulla se non canalizzare la sua forza ed il suo Amore in qualcosa di nuovo e bellissimo.







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