lunedì 10 luglio 2017

"Mah...nolith"


Cominciamo con dei doverosi ringraziamenti al Fondo Sclavi ed al suo Staff per averci regalato una piccola grande anteprima, perchè nonostante l’irrilevante peso topografico di Venegono Superiore sulle carte il festival dedicato all’horror è riuscito a distinguersi anche questa volta.


Purtroppo però, per ragioni del tutto indipendenti dal Festival, pur essendoci recati all’anteprima di Monolith con la volontà di gioire di questa neo produzione Bonelliana dal respiro Americano ci troviamo costretti a fare ciò che normalmente vediamo fare dagli “influencer” a pellicole Main Stream di alto profilo.


A questo punto...chi di dovere ci avrà già bollati con l’infamante marchio del “TROLL” ma fortunatamente per noi la pochezza di quanto apparso sullo schermo questa sera sarà sufficiente a far capire a voi lettori quanto dietro a questo scritto non ci sia nulla più che l’analisi di quanto realmente visto.




LA GENESI di un' A.I
Cominciamo col dire che “la Monolith”  è la tipica Escalede da Gangsta: nera, massiccia praticamente un carro armato urbano (in realtà è una Ford Explorer di 5° generazione...secondo loro) che per l’occasione, nel maldestro tentativo di renderla un po’ più avveniristica, è stata “patch-ata” con poco credibili coperture nere che più che al futuro fanno pensare ai prototipi camuffati per non far trapelare la forma ufficiale dei nuovi veicoli.


Tralasciando quindi la “prostetica” alquanto povera del “mezzo del domani” ciò che salta subito all’occhio sono le incongruenze tecniche della “fortezza” su quattro ruote, un veicolo che prima viene osannato per le sue avanzate qualità tecniche ma poi, nel corso del film (per tenere in piedi la storia ovviamente), si dimostra un mezzo dalla dubbia affidabilità non per la sua “intelligenza” superiore (cosa su cui puntavamo) ma bensì per la sua capacità di imitare in tutto e per tutto un fermacarte.


Lilith infatti, che è l’intelligenza artificiale montata di serie sui modelli Monolith, nei primi minuti del film calcola il peso degli occupanti del veicolo, interagisce vocalmente con il guidatore in stile Michael Knight e millanta, almeno a parole, di possedere il pilota automatico (non lo vedremo mai in azione nel film). Certo già a questo punto notiamo le prime stranezze...se il guidatore può interagire con Lilith vocalmente PERCHE’ per fare le pericolosissime video chiamate da cruscotto l’utente DEVE scorrere il touch screen per scegliere un contatto dalla rubrica e chiamarlo? Da prima abbiamo pensato ad una voluta necessità scenica ma poi, mentre i minuti passavano senza dare un senso a questa inutile azione abbiamo capito che i costruttori della Monolith avevano speso tutto in blindature proprio per permettere ai guidatori di fare ogni sorta di incidente mentre si distraggono dalla guida per fare una video chiamata, un "ammanco economico" che ha impedito agli stessi di spiegare anche a Lilith che la gente in macchina...a volte... fuma :-)


A questo punto della pellicola i “dadi” stanno ancora ruzzolando sul panno verde e “potenzialmente” ci potrebbero essere svolte interessanti...certo “POTREBBERO ESSERCI”, perchè in realtà da questo momento in poi la presunta fantascienza che ci era stata promessa diventa un susseguirsi di goffi utilizzi e madornali errori di valutazione di appannaggio esclusivamente umano che ci portano a guardare impotenti per 84 minuti Katrina Bowden scagliarsi contro una silenziosa ed inamovibile macchina adamantina che, esposta al cocente sole del deserto dello Utha rischia di trasformarsi per il suo giovane occupante (il piccolo David) in un vero e proprio forno.


Se infatti Monolith fosse una pubblicità  progresso o un cortometraggio per sensibilizzare i genitori sul NON DARE MAI gli smartphone ai bambini o sul CONTROLLARE sempre di non lasciare i pargoli sul sedile posteriore in balia degli elementi allora, in quel caso, Monolith sarebbe un prodotto perfetto. Tuttavia visti i numerosi fatti di cronaca con questa specifica impronta, sollecitare nello spettatore la claustrofobica ansia del non poter salvare un bambino intrappolato non ha a che fare, né con la sceneggiatura né con la qualità recitativa degli attori (tutti un po’ lame come si dice in gergo).


Efficace su tutti, e ancor di più su chi è genitore, Monolith tocca senza sforzo le sensibili corde di quelle inconfessabili ipotesi che, anche leggendo i fatti di cronaca, ci fanno letteralmente gelare il sangue nelle vene bisbigliando mentalmente…”e se succedesse a me?”.


Ma come ho detto questo non un corto e nemmeno uno spot, questo “dovrebbe” essere un film che anche se con un budget limitato avrebbe potuto e dovuto puntare un po’ più in alto. Anche se ammorbiditi dal Direttore di Film TVha insistito per far nostare la diversità tra pellicola e fumetto, pur avendo sottolineato quanto il prodotto fosse di qualità in relazione al limitato budget investito, il prodotto targato Sky e SBE si dimostra più un “colossal” da piccolo schermo che un blockbuster da botteghino.


Oltre ad un plot deboluccio, a peggiorare lo stato dell’arte, arriva in ultima battuta (verso la fine del film fatto di immobilità)  una pessima computer grafica, che nella sua "bruttura" ci mostra la Monolith intraprendere una SCALATA (si ho scritto proprio scalata) in modalità 4x4 con anche slalom di rocce e finale "BreakOut " di due massi che dividono auto e protagonisti dalla salvezza... (tipo il turbo booster di supercar ma meno figo).


Alla faccia delle trame secondarie, restano poi in sospeso le sorti dei “fattoni” del Drug store (e della festa dell’ airport one)...spunto interessante ma abbandonato lì nel nulla... chi sia la reale amante del marito di Sandra che, nonostante un’insinuante commento lanciato in una delle molte video chiamate del film, resterà a questo punto un vero e proprio mistero, e ultimo ma non per questo meno importante, perché non ci fossero i soldi per pagare i diritti a WB per l’utilizzo di 5 secondi di Willye il coyote (ndr i più attenti tra voi sanno di che parlo visto che a conti fatti é LUI a risolvere il problema di SANDRA).

In conclusione pur vedendo profilarsi all’orizzonte uno Tzunami di autocompiaciuti post in Facebook su come si sia fatto un GRAN FILM, accompagnati da altrettanti articoli delle più disparate riviste settoriali (vero quattroruote?) che per piaggeria, e anche un po’ per cavalcare l’onda, fanno quadrato intorno a questa pellicola trovando il modo di fare la loro brava marchetta al film in uscita il 13 Agosto, non possiamo far altro che sconsigliarvi di spendere i soldi del biglietto (ammesso che troviate una sala in cui vederlo) per attendere la ovvia messa in onda sui canali Sky, che in quanto parzialmente responsabili del prodotto siamo certi non mancheranno di supportare la programmazione dello stesso con speciali, approfondimenti ed interviste sceneggiatori, soggettisti e disegnatori coinvolti in questo... è il caso di dirlo MONOLITICO PROGETTO!





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